Ecco il tema:
La terra in passato sembrava sufficientemente grande e ricca per sopportare gli interventi degli esseri umani, infatti fino a due secoli fa la popolazione era nettamente inferiore rispetto ad oggi e non incideva sull’equilibrio ecologico in maniera da mettere in pericolo la vita stessa della specie umana. Ma da quando ha avuto inizio il processo di industrializzazione, gli uomini hanno cominciato a sfruttare le risorse naturali con ritmi sempre più intensi e grazie alla maggior quantità di beni prodotti, al progresso della medicina e al miglioramento delle condizioni di vita, si sono moltiplicati enormemente.
In definitiva, l’uomo moderno ha sacrificato al proprio benessere la purezza delle acque, la sopravvivenza di numerose specie animali e vegetali.
In questo modo, dopo quasi due secoli di sfruttamento incontrollato dell’ambiente da parte di un numero sempre crescente di esseri umani, sono cominciati a mostrarsi sempre più evidenti gli indizi del degrado e degli squilibri che si sono venuti a creare.
Questa consapevolezza si è diffusa ovunque, pertanto da qualche tempo la convinzione che l’uomo sia il padrone incontrastato dell’ambiente, si è fatta meno salda.
Alcune catastrofi del territorio, malattie e danni relative ai raccolti e al bestiame, che in passato venivano imputati a cause naturali, si stanno svelando sempre più collegati all’inquinamento e allo sfruttamento delle risorse terrestri.
Dopo la produzione e l’utilizzazione di particolari gas usati nei frigoriferi, nelle bombolette spray, nei condizionatori d’aria si è iniziato a parlare di un problema molto grave: il buco dell’ozono. Quest’ultimo agisce da filtro nella più alta dell’atmosfera, impedendo l’arrivo sulla terra dei raggi ultravioletti. Venendo meno questa barriera protettiva, sono di gran lunga aumentati i casi di tumore della pelle e di malattie della vegetazione.
L’aumento di anidride carbonica, prodotta bruciando carbone, petrolio e gas vari, l’uso di fertilizzanti chimici e la distruzione delle foreste ha provocato l’effetto serra ovvero il trattenimento di calore da parte di questi gas e il conseguente aumento della temperatura sul nostro pianeta. I diretti effetti sono l’innalzamento del livello dei mari, l’inaridimento di zone agricole, l’estinzione di migliaia di specie animali.
Per non parlare poi del fatto che la combustione di carbone e petrolio, che producono fumi con sostanze acide, causa piogge acide che danneggiano ulteriormente fauna e flora.
L’immagine del nostro pianeta sempre più esposto al rischio di una distruzione e di un degrado da cui non si può più tornare indietro, inizia a far parte delle nostre paure quotidiane.
La natura è legata e tenuta in equilibrio da un filo sottilissimo che se spezzato potrebbe causare delle conseguenze molto gravi.
Non si può pensare di sottomettere ai propri scopi qualcosa più grande di noi. L’uomo dovrebbe fermarsi un attimo a pensare quanto sia infinitamente piccolo in confronto al mondo che lo circonda e scendere dal quel piedistallo sul quale si è posto.
In questo senso si può comunque affermare che in questi ultimi anni sta nascendo una persona del tutto nuova, ossia non dominatrice sulla natura, ma sua alleata.
Sono nate moltissime associazioni per la difesa e la tutela dell’ambiente. Basti citare il WWF, il Greenpeace, la Legambiente. Inoltre è aumentato il numero delle conferenze e delle riunioni che vedono coinvolti quasi tutti gli stati mondiali: ricordiamo le recenti conferenze dell’Aja e quella per la firma del protocollo di Kyoto.
Quello che gli uomini devono capire è che, nella vita quotidiana, ci sono dei diritti e dei doveri. Spesso questi ultimi sono accantonati per dare spazio ad una frenetica ricerca del guadagno.
Anche la natura, come tutti noi, ha dei diritti ed è nostro dovere rispettarli anche perchè ciò si rivela vantaggioso per gli stessi uomini.
La natura ha il diritto di seguire il proprio corso, di manifestare tutte le sue sfumature e di esprimere la propria bellezza e utilità senza essere limitata o danneggiata.
E’ importante che in ognuno di noi si sviluppi una coscienza ecologica, ossia la consapevolezza che la nostra vita è legata alla conservazione degli equilibri ambientali. Non è possibile che l’uomo rinunci a ciò che il progresso gli ha dato o che ritorni allo stadio primitivo; si dovrà continuare a coltivare campi, costruire case e modificare l’ambiente perchè l’umanità possa vivere e progredire, ma la natura dovrà essere umanizzata, cioè organizzata secondo un progetto che ha come obiettivo la vita della nostra specie.
L’ecologia deve proporsi un nuovo rapporto tra uomo e natura all’interno del quale trovino spazio sia lo sviluppo sia il rispetto ambientale, ad esempio bisogna fare in modo che lo sviluppo industriale sia accompagnato da un alto livello di protezione ambientale, rispettare le esigenze ambientali anche se fanno da freno allo sviluppo economico, prevenire e correggere alla fonte i danni all’ambiente.
Se in passato i problemi connessi al rispetto dell’ambiente riguardavano solo un determinato territorio, oggi essi interessano l’intero pianeta. Da ciò deriva la necessità di un impegno globale e concorde da parte di tutti gli stati e di tutti i popoli per difendere la natura e per rimediare almeno in parte ai guasti provocati dagli uomini.
L’uomo è parte di questo sistema ambientale e la sua esistenza è frutto dell’armonia e della convivenza naturale.
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